La Serbia e le sue opportunità per gli imprenditori italiani

Riprendiamo anche qui l’articolo di Emanuele Massimiliano Corsico Piccolini sulla Serbia, pubblicato l’1 agosto nel nostro sito Mercati e Futuro 

Ai lettori che ne faranno richiesta al recapito sotto indicato invieremo un documento riepilogativo delle opportunità per le imprese italiane in questo Paese. 

Gli imprenditori interessati ai nostri servizi per l’internazionalizzazione in Serbia possono contattarci al medesimo recapito.

mg@mercatiefuturo.com

(salvo casi particolari risponderemo esclusivamente a messaggi email provenienti da indirizzi aziendali o professionali).

La Serbia e le sue opportunità per gli imprenditori italiani

Se è vero che il mondo globale è in grado di generare opportunità fino a pochi anni fa impensabili, bisogna ammettere che il caso della Serbia è certamente una curiosa quanto interessante conferma di questa tesi; il paese balcanico, faticosamente uscito dalla crudele tirannia che lo ha governato alla fine del secolo scorso, è oggi una sorprendente realtà economica, ma anche un’interessante scommessa per gli imprenditori del nostro Paese.

Con un importante progetto pubblico di attrazione di investimenti la Serbia ha basato il suo appeal nel nuovo secolo su tre pilastri macroeconomici di tutto rispetto, ovverosicurezza degli investimenti, importanti condizioni di favore per le attività di impresa e un sistema infrastrutturale in grande sviluppo e capace di sfruttare il ruolo strategico della Serbia come cintura nei Balcani tra la vecchia Europa, la Turchia e la Russia con tutto il suo quadrante geopolitico ed economico.

Non è un caso che la Serbia, già da qualche anno, abbia attirato l’interesse di importantiaziende italiane che nel paese balcanico hanno deciso di spostare parte della loro produzione e a tal proposito emblematico è il caso di Fiat, suggello di un legame economico anche di tipo commerciale che vede l’Italia primo partner della Serbia, tanto in termini di import (dall’Italia arrivano soprattutto prodotti metalmeccanici, macchinari per uso generale, veicoli e abbigliamento) che di export (verso l’Italia partono veicoli ad uso stradale, materie plastiche, ferro e acciaio).

Non sono tuttavia solo questi i fattori che stanno facendo crescere l’attrattiva di Belgradonei confronti dell’Europa; come già accennato, il Paese ha lasciato alle spalle la difficile situazione politica di fine anni ’90 e sta ora consolidando tanto il proprio sistema politico quanto quello economico, al punto da avere un PIL in forte crescita nel 2013 (+2,5%) e un’inflazione scesa dal 12% del 2012 al 2,2% dell’anno successivo. A ciò si aggiunge l’evidente ruolo geopolitico della Serbia stessa che, grazie alla sua posizione, è riuscita a ritagliarsi un ruolo dominante nella governance dell’area balcanica e di conseguenza la crescente trazione verso i mercati di cui è cerniera per l’Europa, ovvero Turchia e Russia, garantendo l’accesso ad un potenziale mercato di oltre 800 milioni di consumatori.

A tal proposito è interessante notare come proprio la special relation con la Russia è uno dei temi caldi dell’economia serba; grazie ad un accordo di libero scambio, che peraltro coinvolge anche Kazakistan e Bielorussia, è possibile ottenere una fortissima riduzione deidazi di ingresso per le merci prodotte oltre il 51% in Serbia stessa, con un livello di imposizione doganale dell’1%, decisamente vantaggioso rispetto al 20% delle merci prodotte in Italia, ragione che ha spinto molte imprese nazionali operanti in settori in cui il solo costo di produzione diventa elemento concorrenziale, a scegliere la Serbia come sede dell’investimento. Si può infatti calcolare, a titolo esemplificativo, come a fronte di un valore franco di fabbrica di 10.000.000 € prodotti in Italia e in Serbia, alla destinazione finale russa, aggiungendo il peso del dazio doganale e il valore dell’Iva russa (pari al 18%), il risparmio netto della merce prodotta in Serbia sarà di 2.242.000 €.

Ulteriore condizione, ovviamente legata alla geografia nostrana, è la posizione del Paese ed è infatti curioso notare come Milano disti 1000 km circa da Belgrado e che alcune importanti città italiane come Reggio Calabria, che dalla città meneghina dista invece più di 1250 km, siano dunque più lontane da Milano da quanto lo sia la capitale serba.

Se fin qui il quadro tracciato appare decisamente invitante c’è un ultimo elemento che mi pare cruciale citare, al fine di valutare su quale paese investire e nella fattispecie mi riferisco al sistema di incentivi ed in particolare agli incentivi a fondo perduto per IDE; parliamo infatti  di valori del 50% su un valore giustificabile dell’investimento, se questo è inferiore ai 50 milioni di euro, fino al 25% dai 50 ai 100 milioni e fino al 17% per investimenti oltre i 100 milioni di euro, strumenti a cui si aggiunge un’esenzione decennale sugli utili di impresa per chi realizza un investimento oltre gli 8,8 milioni di euro, creando almeno 200 nuovi posti di lavoro, oltre ad un dedicato pacchetto di agevolazioni fiscali.

Riassumendo, la Serbia con le sue eccellenti condizioni sembra confermare il trend già più volte evidenziato nell’analisi delle opportunità di investimenti diretti all’estero e che vede i paesi di medie dimensioni in via di sviluppo come il nuovo target su cui concentrare concrete intenzioni di investimento e del resto, la Serbia, appare come una sfida decisamente aperta per i nostri imprenditori; una sfida come le tante che il Paese balcanico ha fin qui vissuto e che hanno profondamente segnato la sua storia, una storia che si prepara ora a scrivere una nuova straordinaria pagina.

Emanuele M. Corsico Piccolini

Dello stesso autore si vedano anche:

Internazionalizzazione delle imprese e “private diplomacy”, un contributo di Emanuele Corsico Piccolini

Internazionalizzazione delle imprese e finanziamenti pubblici, nuovo contributo di Emanuele Corsico Piccolini

Brasile e opportunità d’espansione per le nostre imprese

Opportunità per le imprese in Ecuador. Dopo la grande euforia per i BRICS, è il momento dei Paesi minori

Made in Italy, ultimo motore di crescita: nuovo contributo di Emanuele Corsico Piccolini

This entry was posted in Internazionalizzazione d'impresa, Made in Italy and tagged , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.