New Food Economy, quando la cucina è a chilometro zero, di Giulia Bianchi Arrigoni

I ricordi delle nonne rinchiuse nelle loro cucine, intente e preparare piatti della tradizione, compongono e arricchiscono il nostro immaginario collettivo: se per qualche istante chiudessimo gli occhi, ci ritroveremmo circondati da profumi e sapori che difficilmente ci appartengono oggi.

Da qualche anno però è tornata ad affermarsi la cultura del mangiar bene, della buona tavola, della “cucina a km zero”: in tempi di crisi, sempre più le occasioni di convivialità si sono spostate dai ristoranti alle mura domestiche, dove i padroni di casa aprono le porte delle loro abitazioni offrendo a parenti e amici ciò che hanno preparato, rigorosamente in casa. Non a caso gli scaffali delle librerie si sono arricchiti di libri e di manuali di cucina: si ha l’imbarazzo della scelta fra veri e propri testi che ci introducono nel mondo del cucinare, testi che ci guidano passo a passo nella creazione di piatti più o meno semplici, più o meno legati alle nostre tradizioni; ci sono poi i libri dei grandi chef, collezioni di immagini che catturano la nostra attenzione e che ci spingono a cimentarci in improbabili riproduzioni; e ancora libri sui più recenti studi in materia di alimentazione, sulle malattie a essa connesse e sull’importanza del mangiare sano.

Accanto all’aumento della produzione e della lettura di questi testi, spopolano i blog “culinari”; il blog rappresenta certamente  il modo più semplice e veloce per accedere al mondo della cucina: spesso, accanto alla trascrizione della ricetta, appaiono video che guidano la realizzazione dei piatto, dalla selezione degli ingredienti all’impiattamento vero e proprio. Se dunque in un passato piuttosto vicino la cucina era un po’ uscita dalle nostre case, a causa degli impegni lavorativi, oggi essa ritorna prepotentemente a essere il vero centro degli spazi domestici, il cuore pulsante della casa, al cui interno si riuniscono affetti, desiderio di condivisione e di sperimentazione.

Il ritorno ai fornelli è un fenomeno estremamente interessante che non è sfuggito neppure agli chef pluristellati che, oltre a pubblicare libri in cui svelano i loro segreti, aprono letteralmente le loro cucine agli ospiti dei loro ristoranti: le cosiddette “cucine a vista” sono diffusissime e attraggono sempre più consumatori, quasi fossero garanzia di qualità degli alimenti, di pulizia dei locali e di igiene da parte degli “addetti ai lavori”.

Veri e propri precursori di questo “rinascimento della cucina”  sarebbero stati i programmi di televisivi, che si tratti di sfide fra cuochi provetti, di dimostrazioni o di competizioni per eleggere un nuovo e promettente chef. Si parla di un vero e proprio “effetto Masterchef” che contamina anche un’istituzione come la scuola: aumentano le iscrizioni agli istituiti alberghieri e alla facoltà universitaria di Agraria; i giovani sognano sempre più di lavorare in qualche stellato e prestigioso ristorante, di diventare famosi critici gastronomici o, perché no, di aprire personalmente un locale che sia innovativo, magari con una cucina a vista, con alimenti genuini e che siano rigorosamente Bio e con qualche altra novità, a cui qualche giornale dedichi spazio e soprattutto pubblicità.

Come ormai è consuetudine dire, questa “cucina 2.0″ ha invaso ogni settore, ogni media, ogni ambito della nostra vita; ci siamo allontanati dalla cucina per dedicare più tempo alle nostre ambizioni, ai nostri sogni, alla nostra vita ma essa, prima in punta di piedi poi sempre più prepotentemente, è tornata a insinuarsi nelle nostre vite diventando essa stessa sogno, progetto, ambizione.

Provocatoriamente però mi sento di dire che ciò che non tornerà mai saranno i sapori e i profumi che uscivano dalle cucine delle nostre nonne, che inebriavano e abbracciava la casa con un calore ormai dimenticato.

GIULIA BIANCHI ARRIGONI

Giulia Bianchi Arrigoni

Laurea Magistrale in Lettere e Filosofia, facoltà di Filosofia, presso Università degli Studi di Pavia (anno di Laurea 2013), Vigevanese. Lavora presso Allianz Bank F.A.
Membro attivo FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), aderente al gruppo di Vigevano dal 2011 al 2013. Incarico di segreteria giovanile UDC Vigevano (2012). E’ membro del direttivo UDC di Vigevano.

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