Economia Italiana nel II trimestre 2014, l’Osservatorio di Mazziero Research

Ringraziamo gli analisti di Mazziero Research e in particolare l’amico Maurizio Mazziero dell’anteprima assoluta concessa per la pubblicazione di questo documento.

15° Osservatorio trimestrale
sui dati economici italiani

Comunicato stampa 15 settembre 2014

L’Osservatorio trimestrale è liberamente scaricabile al LINK
Debito pubblico a 2.169 miliardi; occorre fare presto!
Il debito pubblico è giunto al nuovo record di 2.169 miliardi, il Paese è in recessione da 12 trimestri e la disoccupazione è al 12,6%, con punte del 42,9% per quella giovanile; questo è il quadro che emerge dal XV Osservatorio sui dati economici italiani della Mazziero Research.
Modeste note positive potrebbero giungere dai dati dei prossimi mesi come:

  • Miglioramento del debito pubblico nel mese di agosto; le stime Mazziero Research lo vedono a 2.151 miliardi, con una riduzione di 18 miliardi.
  • Passaggio in positivo della variazione trimestrale del PIL, grazie ai nuovi metodi contabili, con uscita dalla recessione a fine 2014.

Con la modifica contabile del Prodotto Interno Lordo si avrà inoltre:

  • Un maggior valore del PIL e un miglioramento del rapporto debito pubblico/PIL.
  • Un miglioramento del rapporto deficit/PIL; per il 2011 questo rapporto è sceso dal 3,7% al 3,5%.
  • Un abbassamento del valore della pressione fiscale nominale, dato che le medesime entrate fiscali vengono ripartite su un valore del PIL maggiore; per il 2011 la pressione fiscale è scesa dal 42,5% al 41,6%. 

Ma non saranno questi funambolismi contabili, a modificare il quadro di fondo – commenta Maurizio Mazziero – l’Italia è un Paese che sta morendo e occorre far presto!
La pazienza dei mercati finanziari, oltre che dei partner europei, potrebbe finire presto e portare i conti pubblici oltre il punto di non ritorno.

Stime debito pubblico per il mese di agosto
I modelli previsionali della Mazziero Research stimano un debito pubblico per il mese di agosto 2014 compreso in una forchetta tra 2.149 e 2.155 miliardi, con un minor grado di confidenza è possibile attendersi un debito intorno a 2.151 miliardi. Dati di dettaglio sul documento pubblicato
Pubblicazione: Quaderno di Ricerca – Anno 4, Numero 3 – ISSN 2283-7035
Titolo: Italia economia a metà 2014
Argomento: Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani
Pagine: 75
Autori: Maurizio Mazziero, Leonardo Baggiani, Silvano Fait, Andrew Lawford e Gabriele Serafini.

Estratto: Indagine della salute dell’Italia attraverso l’analisi dei dati economici ufficiali; lo studio riassume e compara la situazione del debito pubblico, dello stock di Titoli di Stato, delle Riserve ufficiali, del Pil, dell’inflazione e della disoccupazione delineando una visione d’insieme del Sistema Italia.
Come scaricarlo
Lo studio è disponibile nel sito Mazziero Research nella sezione “Osservatorio Debito Pubblico” oppure direttamente a questo LINK

Per informazioni rivolgersi a Maurizio Mazziero mmazziero@gmail.com

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La Serbia e le sue opportunità per gli imprenditori italiani

Riprendiamo anche qui l’articolo di Emanuele Massimiliano Corsico Piccolini sulla Serbia, pubblicato l’1 agosto nel nostro sito Mercati e Futuro 

Ai lettori che ne faranno richiesta al recapito sotto indicato invieremo un documento riepilogativo delle opportunità per le imprese italiane in questo Paese. 

Gli imprenditori interessati ai nostri servizi per l’internazionalizzazione in Serbia possono contattarci al medesimo recapito.

mg@mercatiefuturo.com

(salvo casi particolari risponderemo esclusivamente a messaggi email provenienti da indirizzi aziendali o professionali).

La Serbia e le sue opportunità per gli imprenditori italiani

Se è vero che il mondo globale è in grado di generare opportunità fino a pochi anni fa impensabili, bisogna ammettere che il caso della Serbia è certamente una curiosa quanto interessante conferma di questa tesi; il paese balcanico, faticosamente uscito dalla crudele tirannia che lo ha governato alla fine del secolo scorso, è oggi una sorprendente realtà economica, ma anche un’interessante scommessa per gli imprenditori del nostro Paese.

Con un importante progetto pubblico di attrazione di investimenti la Serbia ha basato il suo appeal nel nuovo secolo su tre pilastri macroeconomici di tutto rispetto, ovverosicurezza degli investimenti, importanti condizioni di favore per le attività di impresa e un sistema infrastrutturale in grande sviluppo e capace di sfruttare il ruolo strategico della Serbia come cintura nei Balcani tra la vecchia Europa, la Turchia e la Russia con tutto il suo quadrante geopolitico ed economico.

Non è un caso che la Serbia, già da qualche anno, abbia attirato l’interesse di importantiaziende italiane che nel paese balcanico hanno deciso di spostare parte della loro produzione e a tal proposito emblematico è il caso di Fiat, suggello di un legame economico anche di tipo commerciale che vede l’Italia primo partner della Serbia, tanto in termini di import (dall’Italia arrivano soprattutto prodotti metalmeccanici, macchinari per uso generale, veicoli e abbigliamento) che di export (verso l’Italia partono veicoli ad uso stradale, materie plastiche, ferro e acciaio).

Non sono tuttavia solo questi i fattori che stanno facendo crescere l’attrattiva di Belgradonei confronti dell’Europa; come già accennato, il Paese ha lasciato alle spalle la difficile situazione politica di fine anni ’90 e sta ora consolidando tanto il proprio sistema politico quanto quello economico, al punto da avere un PIL in forte crescita nel 2013 (+2,5%) e un’inflazione scesa dal 12% del 2012 al 2,2% dell’anno successivo. A ciò si aggiunge l’evidente ruolo geopolitico della Serbia stessa che, grazie alla sua posizione, è riuscita a ritagliarsi un ruolo dominante nella governance dell’area balcanica e di conseguenza la crescente trazione verso i mercati di cui è cerniera per l’Europa, ovvero Turchia e Russia, garantendo l’accesso ad un potenziale mercato di oltre 800 milioni di consumatori.

A tal proposito è interessante notare come proprio la special relation con la Russia è uno dei temi caldi dell’economia serba; grazie ad un accordo di libero scambio, che peraltro coinvolge anche Kazakistan e Bielorussia, è possibile ottenere una fortissima riduzione deidazi di ingresso per le merci prodotte oltre il 51% in Serbia stessa, con un livello di imposizione doganale dell’1%, decisamente vantaggioso rispetto al 20% delle merci prodotte in Italia, ragione che ha spinto molte imprese nazionali operanti in settori in cui il solo costo di produzione diventa elemento concorrenziale, a scegliere la Serbia come sede dell’investimento. Si può infatti calcolare, a titolo esemplificativo, come a fronte di un valore franco di fabbrica di 10.000.000 € prodotti in Italia e in Serbia, alla destinazione finale russa, aggiungendo il peso del dazio doganale e il valore dell’Iva russa (pari al 18%), il risparmio netto della merce prodotta in Serbia sarà di 2.242.000 €.

Ulteriore condizione, ovviamente legata alla geografia nostrana, è la posizione del Paese ed è infatti curioso notare come Milano disti 1000 km circa da Belgrado e che alcune importanti città italiane come Reggio Calabria, che dalla città meneghina dista invece più di 1250 km, siano dunque più lontane da Milano da quanto lo sia la capitale serba.

Se fin qui il quadro tracciato appare decisamente invitante c’è un ultimo elemento che mi pare cruciale citare, al fine di valutare su quale paese investire e nella fattispecie mi riferisco al sistema di incentivi ed in particolare agli incentivi a fondo perduto per IDE; parliamo infatti  di valori del 50% su un valore giustificabile dell’investimento, se questo è inferiore ai 50 milioni di euro, fino al 25% dai 50 ai 100 milioni e fino al 17% per investimenti oltre i 100 milioni di euro, strumenti a cui si aggiunge un’esenzione decennale sugli utili di impresa per chi realizza un investimento oltre gli 8,8 milioni di euro, creando almeno 200 nuovi posti di lavoro, oltre ad un dedicato pacchetto di agevolazioni fiscali.

Riassumendo, la Serbia con le sue eccellenti condizioni sembra confermare il trend già più volte evidenziato nell’analisi delle opportunità di investimenti diretti all’estero e che vede i paesi di medie dimensioni in via di sviluppo come il nuovo target su cui concentrare concrete intenzioni di investimento e del resto, la Serbia, appare come una sfida decisamente aperta per i nostri imprenditori; una sfida come le tante che il Paese balcanico ha fin qui vissuto e che hanno profondamente segnato la sua storia, una storia che si prepara ora a scrivere una nuova straordinaria pagina.

Emanuele M. Corsico Piccolini

Dello stesso autore si vedano anche:

Internazionalizzazione delle imprese e “private diplomacy”, un contributo di Emanuele Corsico Piccolini

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Brasile e opportunità d’espansione per le nostre imprese

Opportunità per le imprese in Ecuador. Dopo la grande euforia per i BRICS, è il momento dei Paesi minori

Made in Italy, ultimo motore di crescita: nuovo contributo di Emanuele Corsico Piccolini

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Osservatorio sui dati economici italiani di Mazziero Research, lunedì 15 settembre il nuovo numero

Il primo articolo di questo nuovo sito dedicato alle imprese tratta dell’Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani di Mazziero Research di cui, grazie a Maurizio Mazziero, possiamo fornire una brevissima anticipazione sul prossimo numero, che uscirà lunedì 15 settembre.

Ne abbiamo parlato oggi con lo stesso Maurizio Mazziero, che annuncia interessanti sviluppi per il nostro Paese. Le brutte notizie non sono finite e, secondo l’autore, il dato sul debito italiano, in uscita venerdì 12, dovrebbe mostrare un ulteriore peggioramento e un nuovo record storico di 2.173 miliardi, contro un precedente dato di 2.168.

debito proiez luglio_agosto14

Una buona notizia, al contrario, per ottobre, mese in cui sarà comunicato il dato sul debito relativo ad agosto che, secondo la previsione di Mazziero Research potrebbe, per la prima volta nel 2014, mostrare una diminuzione di 19 miliardi (probabilmente attribuibile ad entrate fiscali).

La situazione dell’economia italiana, peraltro, resta pesante, con una recessione che, unica in Europa, dal terzo trimestre 2011 affligge il Paese senza tregua.

Pil 2q14

Non perdete dunque la prossima pubblicazione di questo studio ampio e dettagliato sull’andamento dell’economia italiana nel secondo trimestre 2014.

Ringraziamo Maurizio Mazziero per queste brevi anticipazioni e soprattutto per l’anteprima che Mazziero Research ci concede, regolarmente, in occasione di ogni pubblicazione.

Al collegamento sottostante si trova  l’elenco completo degli Osservatori trimestrali sui dati economici italiani pubblicati finora e liberamente consultabili:

http://www.mazzieroresearch.com/osservatorio-debito-pubblico/

mg@mercatiefuturo.com

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